Teatro

Eugene Onegin: ed è trionfo per Tuminas

Eugene Onegin
Eugene Onegin

Ferrara invita il Teatro Vachtangov che presenta un adattamento del romanzo di Puskin accompagnato da musiche originali e suggestive

Ci sono occasioni come queste, la partecipazione ad un festival internazionale come il Festival Dei 2 Mondi di Spoleto, che danno la possibilità di poter assistere a lavori portati in scena da grandi registi, quali il lituano Rimas Tuminas, consentendo la visione di qualcosa che di rado si incontra nel nostro modo di fare teatro.

Tuminas riserva ad Eugene Onegin il trattamento che merita, dando allo spettatore la possibilità di vedere sia un capolavoro letterario che un maestro d'arte all'opera con gli attori formati col metodo Vachtangov, costruito su improvvisazioni fisiche che forgiano una catena di interludi interpretativi poetici, costruendo una struttura solida quasi quanto la narrazione stessa.

Il romanzo di Puskin ha come protagonista l'inquieto Onegin, aristocratico annoiato che decide di trasferirsi in un luogo più tranquillo e poco mondano. In campagna, Onegin fa un amicizia con il poeta Lensky, che lo presenta alla sua promessa sposa Olga, una ragazza, allegra e vitale, e alla sorella di Olga, introspettiva Tatyana. Tatyana si innamora di Onegin e in un impeto d'amore, attraverso una lettera gli confessa il suo sentimemto.. Onegin la respinge salvo poi pentirsene quando ormai è troppo tardi. Il primo atto è caratterizzato da un gruppo di ragazze, intente a svolgere la loro lezione di danza. ( Le ritroveremo anche negli atti successivi come vicine di campagna e nell'alta società di Mosca). Si segnala subito questo 'corpo teatrale' per la bellezza e la grazia con la quale riescono a sottolineare la drammaturgia nella sua valenza emotiva ed, in alcuni passaggi, delicatamente ironica.
 

Sul palco è un continuo alternarsi di situazioni e salti temporali, sempre incastrati alla perfezione con cambi scena che richiamano più il cinema che il teatro stesso. La scenografia, essenziale ed opportunamente utilizzata, supporta marginalmente gli attori i quali, per la loro padronanza dello spazio scenico e della parola, potrebbero farne a meno. A poco servono ad esempio, i doni portati in scena a Tatyana per il suo onomastico. Gli attori danzano, cantano, riempiono silenzi in un momento cosi straziante che mostra simultaneamente sentimenti, stile di vita e credenza del mondo rurale russo. Nella versione di Tuminas, Onegin è rappresentato da due uomini di età differente; uno più anziano, stanco del mondo, malinconico e rabbioso nei confronti dei suoi errori che giudica attraverso uno specchio che gli proietta costantemente le azioni in tempo reale del suo giovane se. Anche Lensky ha due rappresentazioni in età differenti, con la voce del se anziano che è lo spettro dell'omicidio di Onegin.

Un teatro multiforme quello di Tuminas, cast artistico e tecnico formato da oltre cinquanta elementi che ricevono anche in questa sede molti complimenti (impossibile segnalarli uno ad uno e ingiusto sarebbe citarne solo alcuni) per come siano riusciti a catturare lo spettatore nelle quasi tre ore di spettacolo, immergendolo nella realtà della formazione russa. Oltre che perfetta, al di la di ogni aspettativa, sensibile, poetica ed innovativa.

www.festivaldispoleto.com